Il tradimento dei politici “cattolici”

Una precisa spiegazione del Prof. Corrado Gnerre sull'ideologia democristiana.  
p.Elia
 
In questi giorni, al Senato, politici, che pur si definiscono “cattolici” e che vorrebbero intercettare il voto dei cattolici, hanno spudoratamente tradito votando a favore di un disegno di legge che legittima la perversione sessuale, che offende la dignità della famiglia e dell’istituto matrimoniale e che aprirà inevitabilmente a scenari di ulteriore degradazione morale. E quel che è peggio è che costoro hanno difeso la loro scelta appellandosi alla realizzazione del “possibile”, laddove sul rispetto del “bene comune” non è mai legittimo alcun cedimento, “bene comune” che non può esistere senza il riconoscimento della legge naturale. Ma questi atteggiamenti non sono nuovi, fanno parte dell’essenza stessa dell’ideologia “democristiana”. Ovviamente oltre a motivi più terra-terra che son quelli di voler difendere a tutti i costi la propria “poltrona”. Approfondiamo.

Le parole equilibrio e moderazione sono simili ma non uguali. Infatti, se vengono utilizzate in politica esprimono atteggiamenti molto diversi. Partiamo dalla parolaequilibrio. Per chi vuol far politica cristianamente, questa parola fa riferimento alla possibilità di modellare la società (che è l’oggetto dell’attività politica) secondo i princìpi della Verità, rispettando la giusta autonomia tra ciò che è temporale e ciò che è religioso.

Il tradimento della Messa difesa a Trento ha condotto la società alla rovina

Riporto stralci della risposta che il giornalista e saggista Alessandro Gnocchi ha fornito ad una lettrice in merito alla questione della Liturgia e della Messa. Parole chiare...
p.Elia

Cara Letizia, insisto tanto su questi temi perché la qualità e l’efficacia della vita cristiana, che è anche vita civile mai disgiunta dalla fede, stanno o cadono con la Messa. E qui serve una precisazione, forse inutile se lei segue quanto scrivo, ma che è meglio non dare per scontata: quando parlo della Messa, intendo quella giunta intatta dall’epoca apostolica fino all’invenzione del nefasto messale elaborato da monsignor Bugnini e pubblicato da Paolo VI nel 1969.

Non si tratta di una distinzione dettata dal piacere per l’accademia o da quella che viene definita, con vezzo crudelmente effeminato, “sensibilità liturgica”. Cara Letizia, qui abbiamo a che fare con la sostanza della fede e si può osservare facilmente quanto la questione spirituale abbia sempre una ricaduta su quella sociale o, se preferisce, sulla vita civile. È un fatto che la liturgia seguita al Vaticano II, infettata dal culto per l’uomo e atrofizzata fino a non avere quasi più nutrimento per le anime e le menti, ha potuto ben poco, quasi nulla, contro gli assalti portati al gregge di Cristo dal mondo e dal suo principe. Non è un caso se il decadere della società, anche sul piano civile, ha preso a correre sempre più pazzamente man mano prendeva piede il nuovo rito.

Oriana Fallaci: "La verità è che le leggi dello Stato non possono ignorare le leggi della Natura"

“[…] Con quale diritto dunque, una coppia di omosessuali (maschi o femmine) chiede d’adottare un bambino? Con quale diritto - scriveva la giornalista in "Oriana Fallaci intervista a sé stessa. L'apocalisse" - pretende d’allevare un bambino dentro una visione distorta della Vita cioè con due babbi o due mamme al posto del babbo o della mamma? E nel caso di due omosessuali maschi, con quale diritto la coppia si serve d’un ventre di donna per procurarsi un bambino e magari comprarselo come si compra un’automobile? Con quale diritto, insomma, ruba a una donna la pena e il miracolo della maternità? [...] 
 
Io quando parlano di adozione-gay mi sento derubata nel mio ventre di donna. Anche se non ho bambini mi sento usata, sfruttata, come una mucca che partorisce vitelli destinati al mattatoio. E nell’immagine di due uomini o di due donne che col neonato in mezzo recitano la commedia di Maria Vergine e San Giuseppe vedo qualcosa di mostruosamente sbagliato. Qualcosa che mi offende anzi mi umilia come donna, come mamma mancata, mamma sfortunata. E come cittadina. Sicché offesa e umiliata dico: mi indigna il silenzio, l’ipocrisia, la vigliaccheria, che circonda questa faccenda. Mi infuria la gente che tace, che ha paura di parlarne, di dire la verità. 

Paolo VI e le suore violentate in Congo. Ciò che quel papa non disse mai

Nella pirotecnica conferenza stampa sul volo di ritorno dal Messico a Roma, papa Francesco ha tra l'altro ritirato fuori la storia che "Paolo VI – il grande! – in una situazione difficile, in Africa, ha permesso alle suore di usare gli anticoncezionali per i casi di violenza". Ed ha aggiunto che "evitare la gravidanza non è un male assoluto, e in certi casi, come in quello che ho menzionato del beato Paolo VI, [ciò] era chiaro".
Due giorni dopo, anche padre Federico Lombardi ha ritirato fuori la stessa storia, in un'intervista alla Radio Vaticana fatta con l'intento di raddrizzare ciò che era andato storto nelle dichiarazioni del papa riprese dai media, che sul via libera agli anticoncezionali avevano già cantato vittoria:
"Il contraccettivo o il preservativo, in casi di particolare emergenza e gravità, possono anche essere oggetto di un discernimento di coscienza serio. Questo dice il papa. […] L’esempio che [Francesco] ha fatto di Paolo VI e della autorizzazione all’uso della pillola per delle religiose che erano a rischio gravissimo e continuo di violenza da parte dei ribelli nel Congo, ai tempi delle tragedie della guerra del Congo, fa capire che non è che fosse una situazione normale in cui questo veniva preso in considerazione".

Ora, che Paolo VI abbia esplicitamente dato quel permesso non risulta per niente.

Conferenze-stampa in alta quota: papa Bergoglio continua a sconcertare il mondo cattolico con le sue valutazioni altalenanti.

E’ accaduto anche in occasione della visita in Messico. [...] Il fatto è che, volenti o nolenti a Santa Marta, dalla conferenza-stampa di giovedì 18 febbraio il mondo massmediatico si occupa quasi soltanto della definizione di “non cristiano” affibbiata dal Papa a Donald Trump (uno dei maggiori candidati repubblicani per le elezioni presidenziali statunitensi), del “non m’ immischio” sempre del Papa in relazione al dibattito sul disegno di legge Cirinnà per le ‘unioni civili’ (leggi: ‘matrimonio omosessuale’), dell’ ‘apertura’ alla contraccezione’ per evitare il virus Zika (e non solo). Sono i tre momenti della conferenza-stampa in aereo che lettori, ascoltatori, telespettatori, internauti si sono ritrovati davanti agli occhi frequentando – a partire da ieri sera- i media di riferimento.

La deduzione del lettore medio è semplice (volente o nolente Santa Marta): Donald Trump non può essere votato da un cristiano; per il ddl Cirinnà ognuno si consulti con la sua coscienza… ma niente barricate per evitare che passi; l’aborto è un crimine, ma la contraccezione è solo un male minore e quindi è accettabile.

Dopo la fede stiamo perdendo anche la ragione?

Il peccato della Chiesa non sono soltanto le mancanze morali, pur gravi, ma il cedimento alla mentalità del mondo, il tradimento della verità”. Lo ha detto mons. Luigi Negri ad un incontro pubblico a Rimini. “Già dalle discussioni sul preambolo alla costituzione europea, il cristianesimo è stato fatto fuori dalla scena pubblica. Ma questo ragionamento e atteggiamento, apparentemente nobile, entrato anche nella Chiesa cattolica, priva di valore il messaggio cristiano e lo rende debole”, gli ha fatto eco l’ex presidente del Senato Marcello Pera. A richiamare tanta gente (circa 400 persone) un tema che non va per la maggiore nella chiesa francescana: «Dopo la fede stiamo perdendo la ragione?».

[...] Incursioni nell’attualità e riflessioni controcorrente sulla legge sul matrimonio omosessuale, la mancanza di risposta al terrorismo, la tiepidezza nella Chiesa, la crisi antropologica dopo due secoli di distruzione dell’umano. “Nella visione tradizionale («maschio e femmina li creò») ragione e fede coincidono. Adesso non più, viene messo in discussione il dato di natura. Una differenza enorme: ciò che uno gradisce o desidera o crede opportuno conta di più del dato naturale”, ha spiegato Pera. “Un domani che problema ci sarà allora a permettere la poligamia o l’incesto? E’ in atto una guerra fra il relativismo, il laicismo e la nostra tradizione”. Secondo il quale “è la religione del laicismo che adesso ci viene imposta per legge. Ma accettare la legge (il ddl Cirinnà, ndr) significa accettare il pensiero che ci sta dietro, quindi accettare e diffondere il relativismo e l’emarginazione del cristianesimo dalla sfera pubblica”.

Padre Pio sull'aborto

Padre Pellegrino un giorno disse al nostro Santo:
«Padre, lei stamattina ha negato l’assoluzione per procurato aborto ad una signora. Perché è stato tanto rigoroso con quella povera disgraziata?».
Rispose P. Pio:
«Il giorno in cui gli uomini, spaventati dal, come si dice, boom economico, dai danni fisici o dai sacrifici, perderanno l’orrore dell’aborto, sarà un giorno terribile per l’umanità. Perché è proprio quello il giorno in cui dovrebbero dimostrare di averne orrore».

Poi, afferrato con la mano destra l’interlocutore con il saio, gli calcò la sinistra sul petto, come se volesse impadronirsi del suo cuore, e riprese con un fare molto perentorio: «L’aborto non è soltanto omicidio, ma pure suicidio. E con coloro che vediamo sull’orlo di commettere con un solo colpo l’uno e l’altro delitto, vogliamo avere il coraggio di mostrare la nostra fede? Vogliamo recuperarli sì o no?!».

La Chiesa nella tempesta

Dal sito del Corriere della sera riprendo: - Francesco è un ammiratore dei protagonisti della rinascita europea dopo la Seconda guerra mondiale. Cita il cancelliere tedesco Konrad Adenauer, il ministro degli Esteri della Francia, Robert Schuman, l’italiano Alcide De Gasperi. Ma intravede «grandi dimenticati» anche nella cronaca dei nostri giorni. «Ad esempio la donna-sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini», per il modo in cui si è spesa a favore dei profughi. Ed è solito citare «tra i grandi dell’Italia di oggi» sia il capo dello Stato emerito, Giorgio Napolitano, che l’ex ministro Emma Bonino. «Quando Napolitano ha accettato per la seconda volta, a quell’età, e sebbene per un periodo limitato, di assumersi un incarico di quel peso, l’ho chiamato e gli ho detto che era un gesto di “eroicità” patriottica». Quanto alla Bonino, a interlocutori che strabuzzano gli occhi sentendo citare l’esponente radicale, sostiene che «è la persona che conosce meglio l’Africa. E ha offerto il miglior servizio all’Italia per conoscere l’Africa. Mi dicono: è gente che la pensa in modo molto diverso da noi. Vero, ma pazienza. Bisogna guardare alle persone, a quello che fanno»-.

Bisogna guardare alle persone, a quello che fanno. Lo dice il Papa. E allora guardiamo a quello che fanno.

Family Day, Ddl Cirinnà, politici infami e la vergogna dell'alto clero ecclesiastico

Per quanto sia stato faticoso organizzare e partecipare a un Family Day, questo è ancora niente rispetto a ciò che si prepara per il popolo della famiglia. Perché se c'è una cosa che dalle reazioni e commenti emerge in modo molto chiaro è che questo popolo ha contro tutto il potere: da quello economico a quello politico, fino - purtroppo - a quello ecclesiastico.
Cominciamo da quest'ultimo: sappiamo già i movimenti degli ultimi dieci giorni da parte dei vertici della Conferenza episcopale per mettere la sordina a questa manifestazione, cercando di metterci il cappello sopra e facendola passare per una innocua festa della famiglia. Si è trattato di una ingerenza che è arrivata a cercare di impedire che dal palco del Circo Massimo parlassero i membri del comitato organizzatore. Tentativi a cui alla fine si è resistito non senza qualche difficoltà. E il messaggio dal palco e dalla piazza è arrivato inequivocabile: no al ddl Cirinnà senza se e senza ma, e avvertimento al presidente del Consiglio Matteo Renzi ("Renzi, ci ricorderemo", il cartello più fotografato).

Il Concilio Vaticano II e i suoi cardinali

Stavolta tocca al card. Angelo Scola dimostrare lo stato interiore in cui versa la maggior parte del clero di oggi: trattasi di una crisi di Fede assai profonda, frutto del Concilio Vaticano II. E a proposito di frutti, giova rileggere l'Evangelista Luca: "Un albero buono non dà frutti cattivi e un albero cattivo non dà frutti buoni. La qualità di un albero la si conosce dai suoi frutti: difatti non si raccolgono fichi dalle spine e non si vendemmia uva da un cespuglio selvatico. L'uomo buono prende il bene dal prezioso tesoro del suo cuore; l'uomo cattivo invece prende il male dal cattivo tesoro del suo cuore. Ciascuno infatti con la sua bocca esprime quel che ha nel cuore". (Lc 6, 43-46)
E veniamo dunque a conoscere ciò che il cardinale ha espresso con la sua bocca: perché non istituire una festa musulmana da celebrare nelle scuole milanesi?

Avete capito bene: la proposta non viene dall'imam di una moschea, ma dall'arcivescovo di Milano Angelo Scola.

Terminata la Messa "Il ringraziamento lo devi fare!"

Padre Pio è sempre allegro, gioviale, affabilissimo. Parrebbe l’uomo più contento e felice del mondo. E lo sarà nel fondo del suo spirito: ma non in tutto. Egli mi confessa che soffre sofferenze terribili. Continuo mal di capo, aggravato da un’insonnia quasi continua e nell’estate dal caldo, che, mi dice: «Mi preme sulla testa, come un peso, che mi schiacci il cervello». E aggiunge: «Almeno potessi, gettandomi sul letto, appisolarmi un po’, per riposare la testa: ma non c’è bene».
[...] (Un giorno) terminata la Messa, io vado in sacrestia e prima che si metta i guanti, gli chiedo di baciare la mano destra. Egli mi presenta il dorso della mano ed io la bacio, ma, non contento, voglio baciare anche il palmo. Allora lui, sorridendo, me la sbatte due volte sulla bocca, tanto che i grumoli del sangue mi pizzicano le labbra, come fossero spine dalla punta un po’ troncata.
Dopo, fa il suo Ringraziamento, ed io vado in cella contento e con la speranza di potermelo gustare a piacimento. E fui fortunato.